giovedì 25 settembre 2008

Bronte: la rivolta dei cafoni!


" oggi 15 Maggio di questo nostro 1860 , e non dobbiamo avere paura di dirlo, è incominciata la nostra liberà...!!"

Padre Biuzzo, maestro delle scuole elementari dell'epoca , sta dicendo che due Sicilie erano troppe "...e un'Italia basta per tutti e per questo ne dobbiamo essere felici!"

...In Sicilia dopo lo sbarco di Giuseppe Garibaldi del 1860 nel centro di Bronte (CT), alle pendici dell'Etna, esplose una rivolta. Tutti gli abitanti scesero in piazza contro "lì cappeddì"per riprendersi le proprie terre.
La contrapposizione erano forti fra i sostenitori dalla britannica Ducea di Nelson, in cui sventolava la bandiera inglese, chiamati "ducali", ed i "comunisti" di ispirazione socialista e liberale, capeggiati dall'avvocato Nicolò Lombardo.

Il 2 Agosto al malcontento popolare si aggiunsero diversi sbandati e briganti, tra i quali Calogero Gasparazzo, provenienti dai paesi limitrofi e che capeggiarono l'insurrezione sociale.

Fu così che vennero appiccate le fiamme a decine di case, al teatro e all’archivio comunale. Quindi iniziò una caccia all'uomo e ben sedici furono i morti fra nobili, ufficiali e civili, prima che la rivolta si placasse.

"Pace, Pace...Amici, non vi riconosco più ...", gridava l'avvocato Lombardo, ".... tornate in voi, non macchiatevi di altri delitti , i colpevoli verranno puniti dalla legge , la legge di Garibaldi. La legge del popolo verrà applicata, in nome di questa bandiera che significa libertà pace e giustizia...restiamo tutti uniti in nome della libertà : vi invito alla pace; anche voi oggi avete offeso la giustizia, ma avete usato la violenza perchè solo violenza avete ricevuto....!!!"

Per riportare l'ordine giunse un battaglione di garibaldini agli ordini di Nino Bixio, che sicuramente non era in Sicilia per ritoccare le mappe catastali a favore del popolo .

Gli intenti di Garibaldi, non erano solo volti al mantenimento dell'ordine pubblico, ma soprattutto a proteggere gli interessi inglesi, Paese che fortemente sosteneva l'impresa dei Mille.

Quando Bixio iniziò la propria inchiesta sui fatti accaduti larga parte dei responsabili erano fuggiti altrove, mentre alcuni ufficiali colsero l'occasione per accusare gli avversari politici. L'avvocato Nicolò Lombardo , che oltretutto aveva placato gli animi e convinto la popolazione a facilitare l'ingresso dell'esercito nel paese nel nome di non si sà quale giustizia, venne ingiustamente additato come capo rivolta senza delle prove.

Il tribunale misto di guerra in un processo durato meno di quattro ore giudicò ben 150 persone e condannò alla pena capitale Nicolò Lombardo, insieme ad altri quattro eroi: Nunzio Ciraldo Fraiunco, Nunzio Longi Longhitano, Nunzio Nunno Spitaleri, Nunzio Samperi. La sentenza venne eseguita mediante fucilazione il 10 agosto, all'alba.


"...noi abbiamo avuto un giudizio ex-abructo nell'anno 1860 quando in Sicilia non c'erano più i Vicerè, ma Giuseppe Garibaldi in nome della Libertà, quale che possa essere la vostra sentenza non è un onore per voi uomini della Nuova Sicilia, della Nuova Italia averci giudicato come hai tempi dei Vicere. Dentro la grande ingiustizia, l'ingiustizia storica, che si consuma contro questo popolo, c'è quest'altra particolare ingiustizia che si commette contro di noi: come avvocato ne sono indignato come uomo, che ha combattuto per gli stessi ideali in nome dei quali voi credete di poterci giudicare ne sono schiantato. E tuttavia vi dico che credo in questa Italia, credo in questo popolo."


Bronte ( cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato). Regia Florestano Vancini

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